Progetto universalistico e utopia storica: Federico II e Dante a confronto, di questi due grandi personaggi che hanno fatto la Storia, parlerà sabato 18 maggio in Jesi alle 17,30, presso la sala conferenze di palazzo Bisaccioni il prof. Ramini. Il Professor Antonio Ramini non ha certamente bisogno di presentazioni a Jesi ove per molti anni ha svolto l'insegnamento ed ove rappresenta un punto fermo della Cultura Jesina. Con la battaglia di Benevento, per Dante, si chiude un’epoca, finisce una civiltà, tramonta un mondo, un mito, una cultura, quella cortese-cavalleresca, che era stata magistralmente esaltata da Federico II. Infatti, nel De vulgari eloquentia Dante riconosce a Federico II, tra i tanti altri meriti, quello di aver patrocinato la formazione del primo volgare d’arte in Italia, il siciliano illustre e, soprattutto, il merito di avere, lui e il suo figlio Manfredi, saputo esprimere tutta la nobiltà e grandezza del loro spirito. Federico e i suoi figli, Manfredi, Enrico ed Enzo, cantarono alla maniera dei trovatori provenzali nel siciliano illustre, creando alla corte sveva un clima di raffinatezza mondana e di splendore cavalleresco che improntò indelebilmente la memoria dei contemporanei e delle generazioni successive per molti anni, Dante compreso.